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Vampirizzazione!, 25 11 2013 Imbar Kibil grotte

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view post Posted on 15/12/2013, 23:50     +1   -1

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Vampirizzazione!







25 11 2013 Imbar Kibil grotte



Izayoi, Locost





21:28 Izayoi {Cripta Necromanti} Un esatto tripudio di silenzio alberga all'interno della cripta, una litania sommessa e soffusa si percuote nell'aria vibrando assieme ad essa e propagandosi sinuosamente, come serpi che percorrono le acque dei laghi, celandosi per poi colpire di nascosto. Pochi bracieri provocano una luce soffusa spandendo nell'aria i fumi odorosi dell'incenso che nel tutto permeano. E' immota la creatura, immutabile nella sua posizione reclinata sull'altare, appare raccolta in preghiera. L'abito che indossa è del colore del bianco latte, fredda neve su un incarnato tanto candido da apparir quasi innaturalmente etereo; i capelli corvini discendono lungo la sua schiena percorrendola nell'integrità, sfiorando il terreno per la loro immensa lunghezza, gli occhi sono chiusi, le sue labbra che ancora perpetuano nell'echeggiare del suono labile ed oscuro, profondo e denso al punto da apparir quasi violento a tratti, una preghiera malsana ed oscura.


Quel tripudio di silenzio che caratterizza la Cripta, viene spezzato di tanto in tanto da qualche sospiro di corrente gelida che, insinuandosi dall'alto ingresso delle anguste caverne, riesce a scorrere tra la pietra umida smorzando la luce soffusa dei bracieri che disegnano tantissime ombre di stalattiti rocciose nei paraggi di IZAYOI. Ad un certo punto, in quella che si direbbe una quiete quasi totale, del liquido sembra iniziare a gocciolare filtrando ancora con pochissima enfasi dalle zone più alte di quell'insenatura rocciosa. Un tintinnio continuo, quasi un rintocco preciso ma intervallato da molto silenzio, ogni volta che una gocciolina fende l'aria fino ad impattare la roccia che solitamente si calpesta a circa tre metri da dove l'Elfa sta innalzando la propria preghiera.




21:47 Izayoi {Cripta} Le ginocchia comprimono il suolo su cui si adagiano, la veste bianca che segue nella totalità le sue curve e la sua postura. Come spettrale il Gran Maestro dei Necromanti permane raccolta in se stessa, nella sua preghiera, nella litania che perfonde e si propaga ancora nell'aria, vibrante. Le mani rivolgono i propri palmi verso l'alto, all'indirizzo del soffitto, come se quell'atto in qualche maniera incrementasse il contatto con il divino, la ricerca della loro almeno vacua approvazione, del loro gradimento suscitato dalla venerazione che spetta loro. Trai capelli sono radi nastri scarlatti quelli che vi si vanno ad intrecciare isolando poche ciocche dalle altre che le contornano e le delineano. Solo la sua voce echeggia, il resto è silenzio, il resto è un vuoto quasi innaturale, sovrannaturale, eterno ed immutabile. La sua aura mistica vortica attorno a lei mantenendosi selvaggia, incontrollata dalla Necromante che le concede il libero moto apponendo la sua attenzione su altro, un'aura oscura e violenta che a pieno incarna la realtà dell'esser Necromante, quella che spesso agli occhi altrui è occultata dietro ad una maschera di apparente, finta, placidità. Le lunghe maniche dell'abito bianco che indossa, slargate in prossimità delle mani, vanno a proteggere l'elfa leggermente dai soffi gelidi penetranti all'interno della cripta che i crini corvini attraversano e penetrano, smuovendoli tenuemente, la sua concentrazione, tuttavia, è totalmente improntata sulla sua preghiera che ancora prosegue nella litania crescente e che non s'infrange neanche quando il picchiettare delle gocce discende dall'alto fin ad infrangersi sulla pietra che compone il terreno, le stallatiti la circondano, ma i suoi occhi sono chiusi, le sue percezioni rivolte quanto più possibile al di là del materiale, ad immergersi e prostrarsi interamente nella propria nenia.


Quel gocciolare molto rado e fino a questo momento quasi impercettibile, nel silenzio, pare cominciare ad acquisire una certa costanza diventando più fitto e facendo impattare quel liquido denso e rossastro sulla pietra a circa tre metri di distanza da IZAYOI, alle spalle. Una sferzata di corrente gelida più prepotente poi scuote in modo brusco tutti i bracieri che emettono quella luce fioca, creatrice di ombre, soffocandoli in modo da lasciare loro la sola facoltà di emettere proprio un bagliore appena accennato quello quasi solo della cenere ancora ardente. Le gocce di liquido denso e rossastro intanto stanno continuando a schiaffeggiare la pavimentazione rocciosa e brulla su cui si possono mettere i piedi, il rumore dell'impatto è classicamente più pesante rispetto a quello che farebbe un liquido più leggero come l'acqua e nel silenzio generale questa differenza risulta perfettamente comprensibile all'orecchio elfico.




22:01 Izayoi {Cripta} Una vuota proiezione di sé, un labile accenno dell'intangibile si proietta nel verbo, nella litania di servile adorazione verso i suoi Dei, una devota venerazione. Nella stasi quasi statuaria della sua immagine i contorni dell'elfa vanno a definire il suo aspetto esteriore, pur se il suo esser reclinata impedisce di stabilirne con precisione l'altezza. La folata di vento si fa più intensa, più fredda nel penetrarle la tessitura degli abiti fin dentro la carne e le ossa, un flebile brivido la percorre nella schiena all'acmé della sua preghiera, quindi questa va a farsi meno, più soffice, a scivolare nel tacito silenzio interrotto unicamente dal perpetuare delle gocce che, solo con l'innestarsi di esso, con il suo tacere totale e come ripercuotersi nell'umanità della sua essenza, va a percepire nell'elfica finezza... è un istante quello in cui gli occhi, da chiusi, divengono aperti rivelando lo smeraldineo colore, acceso, simile alle foglie in primavera; un lieve mordere del labbro inferiore sembra manifestare in ella una vacua perplessità, i bracieri ormai hanno offuscato la loro luce rendendola una penombra ancora più oscura, l'incenso che ancora s'innalza verso l'alto ad invadere la stanza con il proprio sacro odore. Si alza, è un movimento lento e regolato, contraddistinto da un totale controllo del suo corpo in modo tale che non riveli alcuna indecisione, sebbene la cosa paia incuriosirla. Adesso va a volgersi, il moto ancora lento e regolare al punto da apparir quasi flemmatico, come se il tempo potesse scorrere diversamente; i suoi occhi sembrano ricercare le dense gocce che ormai sembrano profondere con crescente intensità.

22:13 Locost {Cripta} (E' proprio da quel continuo gocciolare di liquido denso e rossastro che continua ad infrangersi sulla pietra della cripta che ad un certo punto sembra cominciare a prendere forma qualcosa. In modo quasi del tutto inspiegabile infatti quel liquido inizia ad aumentare, riga i solchi ripidi della pietra e poi si stringe tutto insieme risalendo verso l'alto a formare e plasmare quella che si direbbe una figura dai tratti all'apparenza completamente umani. Le forme di sangue prendono forma e si concretizzano in una figura antropomorfa di altezza media con i capelli sul biondo, due occhi così azzurri da sembrare quasi trasparenti e addosso degli abiti che potrebbero fare invidia a qualunque dei nobili più antichi di Iolia) Le notti di luna calante non sono fatte per pregare. (La sua bocca si muove, labbra sottili che non sorridono, zigomi alti e molto spigolosi che danno vita a due guance incavate e magre. Le due braccia stringono il mantello nero nella zona centrale del corpo, poi l'apparente umano muove un paio di passi in avanti come se volesse sgranchirsi o fosse in una forma corporea, quella antropomorfa, che in realtà non gli appartiene per nulla e quasi lo infastidisce a giudicare dall'espressione del viso piuttosto rigida) Non credete mia cara? (E' a IZAYOI che naturalmente si rivolge, schiarendosi la voce sempre piuttosto normale nel tono eccezion fatta per quando la raschia come se volesse continuare a prendere confidenza con quella forma, probabilmente dimenticata dal tempo. Una collana con dei simboli in oro e pietre preziose gli scivola tra le pieghe della camicia rossa poco sotto il gilet nero, stretto da tre bottoncini gessati tanto quanto il tessuto fino a quella vita stretta da cui si allungano i pantaloni praticamente agli stivali)

22:19 Izayoi {Cripta} [Adesso è eretta la sua postura e come tale la sua altezza è facilmente attribuibile al metro e settantacinque circa, le sue forme sono estremamente longilinee ed affusolate, così com'è tipico della sua razza, gli elfi alti, che quasi la perfezione vanno a rasentare nelle forme e nei lineamenti ch'eppure ingannano in quella loro delicatezza tanto puerile e fanciullesca. Non dimostra più di ventiquattro anni, a seconda delle espressioni paiono anche meno, in realtà già oltrepassano i duecento gli anni da lei vissuti. Il suo incarnato è vellutato come il petalo di una rosa, niveo al punto da apparir diafano, al limite del traslucido, privo di imperfezione alcuna; le sue curve sono minute per quanto femminili, il suo volto è un ovale leggermente allungato: il mento stretto, il naso minuto e diritto, le labbra tumide e rosee, gli occhi dal taglio vagamente orientaleggiante, in questo lievemente in conflitto con gli standard della sua razza, ma non per questo meno particolare e quindi sensuale; ad incorniciare il volto si distendono i crini del colore delle piume dei corvi, lunghissimi, fin ad oltrepassare le ginocchia e lisci, i sottili nastri scarlatti s'intrecciano in alcune delle loro ciocche con l'unico intento di decorarle e di creare un vacuo contrasto di colori. Il bianco dell'abito che indossa è decorato nello scollo a V sul davanti da rifiniture di colore aureo che si susseguono persino sulle maniche in cui vanno a comporre motivi dai tratti vagamente silvani. Ed è d'un tratto che il sangue inizia a prendere forma umana, a definirsi nel suo creare di contorni sempre più nitidi; gli occhi dell'elfa paiono esser pervasi da un fugace istante di perplesso sconvolgimento, che quanto prima tenta di ritrarre nel riempirsi della vacua placidità dietro cui nasconde ogni emozione. Sembra studiarlo] In ogni notte ed in ogni istante gli Oscuri meritano di ricevere la mia venerazione... [Così sentenzia quindi in sua direzione] Ma voi, chi siete? Siete forse, come la donna che s'è presentata ad offrirci questo luogo, un araldo dei miei Signori? [Domanda] Siete qui per esigere il prezzo?

22:31 Locost {Cripta} Potete chiamarmi Jovar. (Biascica facendo l'eco con voce sottilissima e bassa alle parole di IZAYOI, mentre le labbra si distendono in quello che assomiglierebbe ad un sorriso anche se estremamente enigmatico. La lingua schiocca sul palato bruscamente, l'atteggiamento dell'umano apparente è molto sopra le righe si direbbe pregno di una superbia ineguagliabile mentre studia distrattamente tutto quello che lo circonda oltrepassando anche se ancora solo con lo sguardo l'Elfa che ha davanti. I suoi occhi così azzurri da sembrare trasparenti, disumani, fissano infatti la zona dove prima lei era raccolta in preghiera ma ad un certo punto tornano a fissarla direttamente in viso mentre le braccia si raccolgono vicine nella zona centrale del corpo con le mani praticamente sull'alto ventre magro e abbastanza smunto che sorge dalle scapole sotto quella camicia vaporosa e perfettamente ordinata) ..disprezzo i mercanti. Non vi chiederò alcun prezzo. Sono qui per offrirvi un dono, mia cara, tutto in cambio di nulla: tutto in cambio di un dettaglio insignificante, la vostra obbedienza incondizionata a me. (Un sospiro come se la discussione, così alta, per lui fosse qualcosa di normale e all'ordine del giorno. Sussurra comunque quando parla, quasi come un folle che ha paura di essere sentito nonostante all'interno di quella cripta loro siano da soli in questo momento. Le mani curate ma dalla carnagione eccessivamente pallida vanno ad aprirsi in palmo, le braccia si allargano lentamente e la bocca macabra sorride cercando d'incoraggiare la risposta che si aspetta) ..immagino che la vostra via v'abbia già fatto desiderare la vita eterna ed il potere eterno innumerevoli volte. La volete? Desideratela ed offritemi la vostra obbedienza senza condizioni. Indebitatevi, desiderate qualcosa al mio cospetto.

22:38 Izayoi {Cripta} [Ignara di chi ha innanzi la creatura continua ad osservarlo, nel suo volto la placidità cerca a stento di trattenere la curiosità ed al contempo la perplessità per questa nuova apparizione. Le orecchie appuntite si rivelano trai lunghissimi crini corvini, gli occhi che ancora si soffermano sulla creatura senza sfrontatezza o insolenza, ma con solennità, senza, all'apparenza, riuscir a distogliere da colui lo sguardo. Labbra tumide e rosee si socchiudono nel lasciar nuovamente la favella a morire nel silenzio ch'eppur sembra essersi reso denso. Dona le spalle all'altare, ormai, le stalattiti e le stalagmiti fanno da contorno a quell'area eppure così perfettamente idonea alla loro arte.] Jovar... [Un sussurro quindi vien promosso in seguito al suo tacere; lo sguardo resta su lui nel mentre in cui persevera nel suo dire. Nuova perplessità sfiora il suo volto] ... [Starebbe per parlare nel mentre in cui ei ulteriormente pronuncia; le pupille sembrano dilatarsi ulteriormente, le palpebre spandersi leggermente ulteriormente, forse per lo stupore] Il sentiero che percorro detiene nell'immortalità il fine ultimo, come tale si... è ovvio ch'io la desideri... lo desidero con tutta me stessa... tuttavia è agli Dei ch'io debbo la mia più cieca obbedienza... non è mia intenzione sovrastarli, e voi, non so neanche chi siate realmente... che cosa rappresentiate... [Uno sguardo intenso verso di lui] Non posso concedere la mia obbedienza ad altri se non a chi sia nel desiderio di Essi... [Un lieve reclinare del capo] Chi servite, dunque? O in nome di chi vi pronunciate?


Nel momento in cui IZAYOI finisce di parlare, la sagoma umana piega il collo nerboruto e magro all'indietro puntando gli occhi di quell'azzurro chiarissimo in direzione dell'alto. Le labbra si stendono bruscamente, i canini superiori sono molto più allungati e aguzzi di quanto non lo fossero precedentemente e ad un suo allargare le braccia la concretezza di quella figura antropomorfa viene meno liquefacendosi di fatto in una secchiata di sangue che batte sulla roccia rigando tutte le insenature più rigide e scavate dalla natura in quella pavimentazione praticamente incontaminata e grezza. Nel rumore di quel sangue denso e viscoso che sbatte a terra con violenza è però perfettamente udibile anche qualcosa tintinnare, ondeggiare lentamente sulle sue forme parzialmente tonde con un rumore metallico continuo che diviene sempre più intenso fino a scomparire nel momento in cui il piccolo manufatto trova quiete sul lato sinistro. E' un anellino di medie dimensioni, con un teschio sulla parte frontale e fatto di metallo nero privo di particolari intrecci o forme troppo ricercate. Il suo interno è scalfito in più punti, pungente e tagliente ma mentre le fiamme dei bracieri tornano alla normalità una voce stridente quanto il sibilo di un serpente si fa sentire trasportata dalle correnti umide e rarefatte delle caverne che proteggono la cripta. "La settima notte che vedrete impossessarsi del cielo, dopo questa, la vostra mente sarà pronta ad accogliere la mia verità. Indossate ciò che troverete tra i resti del sangue umano all'indice della mano sinistra, esso vi condurrà all'esistenza che desiderata se vi sforzerete, nell'atroce sofferenza, di non toglierlo mai."




23:08 Izayoi {Cripta} [Una densa solennità nel suo tono, la mano che s'avvicina a sfiorare il petto, in corrispondenza del cuore che ancora palpita al suo interno; lo sguardo adesso non migra più su di lui, ma si mantiene in una reverenziale posizione nei confronti di lui; il braccio destro discende lungo i fianchi esili, lungo la veste del colore della neve più pallida macchiata dall'aureo colore delle rifiniture. Nel suo tono non v'è sfrontatezza, non v'è cadenza di superiorità o tracotanza, appare invece mesto e carezzevole, mellifluo nel suo esser rivolto a costui. Gli occhi si soffermano sulla sua creatura, tornando su di lui; uno sguardo intenso viene lanciato ai canini, un passo in avanti in direzione di lui mentre le labbra si dischiudono appena; il suo fiato quasi mozzato in gola. E prima ch'ella abbia incrementato il moto verso di lui è il sangue a cospargere il terreno, così come l'aveva creato ora è una pozza, gli schizzi a bagnare la carne mentre il tintinnio metallico inizia ad echeggiare nel manifestarsi sul suolo sotto forma di un minuto anello. La voce che penetra all'interno della cripta la costringe a guardarsi attorno rade volte, captando a pieno ogni sua parola: si avvicina all'indirizzo dell'anellino, per un istante par quasi avere il timore di toccarlo, quindi lo sfiora passandovi l'indice sopra con delicatezza prima di mordersi il labbro inferiore. Sembra indugiare per alcuni istanti prima di afferrarlo tra le dita: lo osserva, chiude gli occhi nell'estendere l'indice mancino, il piccolo cerchietto in metallo nero trattenuto nella destra; espira ed è un gesto rapido quello che lo va quindi a infilare all'indice sinistro.] Che gli Oscuri Dei possano sempre accompagnarmi e guidarmi in ogni passo... Padri, a voi il mio corpo, la mia anima, la mia intera essenza... [Un sussurro il suo, una preghiera, come nell'assicurarsi che ciò non entri in conflitto con le loro volontà] Vi prego, miei Signori... se vi sto facendo un torto rendetemelo noto... [Va quindi a pregare nuovamente, una voce soffusa che rivolge verso l'alto, verso il soffitto; gli occhi si riaprono dunque, ancora non si rialza, per alcuni istanti il vuoto, una stasi perpetua ed immacolata, simile a quando il respiro si mozza in gola.]











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